Su RaiPlay Checkpoint Berlin di Fabrizio Ferraro e l’irreversibilità del tempo

Tra i muri e gli strappi della Storia, del potere, perfino dell’amore; tra attori che camminano, vagano, che sono presenze e assenze ma non sono personaggi; tra il conflitto e l’impossibile coincidenza tra la parola e il visivo, la dilatazione del tempo, dell’inquadratura, a demistificare il linguaggio, come radicale azione di avvicinamento, conoscitiva, estetica, morale. Cinema per pochi, di riprocessamento del senso, dei sensi, delle distinzioni nette, dolosamente analitico ed estremista, non comunicativo perché insostenibilmente trasparente...

Tra i muri e gli strappi della Storia, del potere, perfino dell’amore; tra attori che camminano, vagano, che sono presenze e assenze ma non sono personaggi; tra il conflitto e l’impossibile coincidenza tra la parola e il visivo, la dilatazione del tempo, dell’inquadratura, a demistificare il linguaggio, come radicale azione di avvicinamento, conoscitiva, estetica, morale. Cinema per pochi, di riprocessamento del senso, dei sensi, delle distinzioni nette, dolosamente analitico ed estremista, non comunicativo perché insostenibilmente trasparente…

di Leonardo Gregorio / duels.it